Location: 
Venezia
Timeline: 
da 2014 a 2015
Tipologia di intervento: 
Restauro e risanamento
Importo lavori: 
6.320.000,00 €
Committenza: 
Scuola Grande della Misericordia S.p.A.
Designer: 
TA Architettura - Ing. Fausto Frezza
Categoria: 
OG2
OS2A
Dati interessanti: 
Un restauro aveva come obiettivo quello di valorizzare la storia innervandola all’innovazione.
Descrizione dell’intervento

A quasi dieci anni dalle ultime fasi di intervento per il recupero della Scuola Grande della Misericordia, si riapre il capitolo mai chiuso del restauro e risanamento di questa grande e complessa architettura veneziana. L’occasione è fornita da un nuovo progetto, legato ad un Project Financing, che vede uniti la società promotrice SMV e il Comune di Venezia nel recupero e nella valorizzazione della fabbrica.
Il tema è certamente il restauro della fabbrica sansoviniana nel sestriere di Cannaregio, sulla omonima fondamenta. Il tema è anche però il recupero e la rinascita di un pezzo di realtà urbana, di una parte unica di Venezia per posizione, per caratteristiche di impianto urbano, per il rapporto con l’acqua, con i suoi bordi.

L’oggetto è particolare e complesso: un volume di proporzioni e aspetto insoliti, inserito in un contesto quasi “estraneo” all’oggetto stesso. Un elemento di architettura veneziana che, oggi e nei secoli scorsi, ha lasciato aperti dubbi e domande.
Una fabbrica che nasce da un programma ideologico forse prima ancora che funzionale e architettonico, che nasce come manifesto della comunicazione, come evento eccezionale e anomalia, come novità. Che ha generato, prima ancora che un edificio, una fabbrica, una machina che ha funzionato in un certo tempo, poi non più Definitivamente abbandonata all’inizio del XIX secolo dalla Confraternita che ne aveva segnato la grandezza, la Scuola Grande della Misericordia vive alterne vicende fino ad oggi, con usi tanto improbabili quanto inadeguati, ancorché talvolta curiosi e affascinanti: da magazzino a palazzetto dello sport.

Il progetto assegnato a Giovanni Battista Fabbri nel 1991 segna la volontà dell’Amministrazione Pubblica di tornare ad un uso dello spazio, classicheggiante e aulico, consono alla sua natura. Si ipotizza la creazione di un grande auditorium. Riprendendo i temi proposti dal progetto preliminare approvato e sviluppandoli in questa fase realizzativa, la Misericordia diventa quindi una sorta di contenitore per la comunicazione, di eventi e contenuti diversi ma controllati e gestiti da un progetto comune, dove l’unicità del contesto e la ricchezza delle risorse tecnologiche disponibili (reti cablate, tv web, camere stereoscopiche ecc.) ne fanno un creatore di immagine, un generatore di visibilità unico ed eccezionale, per le sue caratteristiche intrinseche, per la sua localizzazione – Venezia -, per la sua unicità nel contesto urbano di appartenenza.
Non un contenitore vuoto, uno spazio di servizio “passivo”, ma un generatore di attività e di obiettivi, in virtù di un soggetto promotore che si fa parte attiva e continua nella gestione e nella promozione del bene, che catalizza attorno a sé e alle sue capacità gestionali eventi ed episodi – tra eccezionalità e continuità – tutti orientati in una stessa direzione: la comunicazione, la promozione dell’eccellenza, lo scambio culturale, la generazione di occasioni.